Attraverso questo portfolio fotografico dal titolo “LIQUID SUBURBS” si vuole porre l’attenzione sul tema delle periferie intese sia come spazi fisici che come dimensioni metaforiche. Alle periferie, in epoca moderna, abbiamo associato in termini negativi quello che Bauman definisce come “individualismo forzato”, come affrancamento da ogni possibile legame sociale e conseguente gestione solitaria del “rischio”, dell’incertezza e delle paure che ne derivano. Nella società “liquida” la vita, in particolare nelle periferie, sembra adagiarsi ed appiattirsi in un eterno presente arido di prospettive future, simile alle sabbie mobili, tra dubbi e perplessità sempre più pesanti e immobilizzanti, ancorato a certezze legate ad un passato che non esiste più e che invece persiste con nostalgia nei ricordi degli uomini flessibili, indebolendone le capacità trasformative della realtà. Per adattarsi al cambiamento continuo e ai rischi strutturali della seconda modernità, l’uomo ha preferito abbandonare il pensiero dell’introspezione sposando una mentalità della “sopravvivenza” che si nutre di un pensiero “veloce” tipico delle macchine. Un pensiero che non consente nessuna riflessione profonda dei proprio vissuti, che non prevede la possibilità di prendersi cura autenticamente del proprio sé e che si mostra attraverso la costruzione, rispecchiata dalla stessa architettura delle periferie (come evidenziato nel portfolio), di una biografia “patchwork” composta da tanti piccoli e fragili frammenti, spesso privi di legami e connessioni, che non sono in grado di conferire senso e significato al percorso esistenziale del singolo individuo così come del nucleo familiare e per conseguenza della stessa non-comunità.
REALIZZATO DA
Massimo Briani
FOTOCAMERA
SONY A7III
OBIETTIVO
Canon FD 24mm f/2.8 S.S.C.
Filtro
No
Treppiedi
Si
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