I MAASAI

Questo portfolio fotografico intitolato “THE MAASAI” è frutto di un periodo di un mese vissuto con loro a partire dal Kenya fino in Tanzania. Terra, fuoco, sole, sangue: il rosso è il colore dei Maasai. Rossa la terra, “Osinyai”, del sentiero accidentato che, a due ore di macchina da Nairobi, si tuffa negli altopiani kenioti attraversati da fiumi aridi, in questo angolo ignorato della boscaglia. Una dozzina di capanne basse e anguste fatte di rami ricoperti da un misto di terra e sterco, che le donne costruiscono e ricostruiscono che fanno di tutto, l’alloggio, il cibo e la mungitura del bestiame. Bambini stracciati vestiti di stoffe variegate, vecchi drappeggiati di stoffe colorate, collane e braccialetti di perle scintillanti.

Nella terra dei Maasai, niente è più come prima: l’estensione della periferia della capitale, prima di tutto, ha fatto ritirarsi questi nomadi che fuggono dalla civiltà e si rifiutano di mescolarsi con altre etnie. Comprarono la loro terra che questi pastori, indifferenti alla proprietà terriera e riluttanti all’agricoltura, abbandonarono. Lo Stato ha creato enormi riserve di animali, che li hanno ulteriormente espropriati dei loro territori. A poco a poco si sono ritirati in Tanzania, dove oggi emigrano in gran numero, ci sono stati anche quegli anni di terribile siccità, che hanno visto appassire le loro mandrie.